Nell’articolo precedente parlando degli esami del sangue ho accennato al cd “profilo chimico di base”, l’esame cui si ricorre più spesso per un rapido check up e per fare una prima valutazione del paziente. Il profilo di base comprende: glucosio, proteine totali e albumine, due parametri renali (urea e creatinina) e due parametri epatici (ALP e GPT). A questi vengono aggiunti i parametri suggeriti dalla visita clinica.
In questi giorni (le coincidenze sono a volte strane) ben 3 pazienti diabetici ed eccomi qui allora a cercare di raccontarvi in modo semplice qualcosa sulla glicemia e sul diabete.
Quando alle analisi la glicemia risulta normale significa che nel sangue vi è la giusta quantità di glucosio sostanza che rappresenta il carburante principale dell’organismo. Quando il glucosio nel sangue è troppo basso parliamo di ipoglicemia, quando invece è troppo alto, di iperglicemia. Nel diabete mellito abbiamo una iperglicemia importante e persistente nel tempo.
Il cibo rappresenta la fonte principale di zuccheri per l’organismo. Il glucosio, derivante dalla trasformazione dell’alimento assunto, viene poi messo a disposizione di tutto il corpo attraverso il sangue.
Per funzionare correttamente l’organismo ha bisogno che il contenuto di zucchero nel sangue sia costante. Partiamo ora dal nostro ragionamento di base visto anche negli articoli precedenti. Con il cibo e digestione viene immesso glucosio nel sangue. Le cellule dell’organismo utilizzano glucosio per funzionare. Per avere un valore costante (glicemia normale) tanto ne arriva e tanto ne deve essere usato. Se il valore si altera e l’organismo va incontro ad una iperglicemia due sono le cause possibili: 1. ne arriva troppo (ed è quello che succede quando esageriamo con zuccheri, bevande dolci, ecc. ecc.). 2. ne viene consumato poco. In questo caso abbiamo due ulteriori possibilità: a. tutto funziona regolarmente ma l’organismo non ha bisogno di glucosio (ad es. insufficiente esercizio fisico. L’organismo reagisce al troppo cibo mettendo da parte lo zucchero in eccesso – aumento di peso). b. l’alimentazione è adeguata ma qualcosa impedisce il consumo di glucosio.
Quest’ultima evenienza è quella che riscontriamo proprio nel diabete mellito. Infatti il glucosio presente nel sangue può entrare ed essere utilizzato dalle cellule SOLO in presenza di una sostanza chiamata INSULINA.
L’insulina è prodotta a livello del pancreas ed è a tutti gli effetti una sorta di chiave che permette di aprire le porte che fanno entrare il glucosio nelle cellule. Per questa sua azione l’insulina è essenziale per la vita.
Quando nell’organismo per varie cause si determina una carenza di insulina o l’insulina presente non può esplicare la sua normale azione (insulino-resistenza), insorge la malattia chiamata Diabete Mellito.
Esistono 2 forme di diabete mellito:
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Diabete mellito insulino-dipendente o di tipo I in cui il soggetto non è in grado di produrre insulina
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Diabete mellito di tipo II in cui il soggetto produce insulina ma vi sono altri fattori che interferiscono impedendone la normale funzione.
Nel cane il diabete mellito è sostanzialmente di tipo I
Nel gatto circa il 60% dei soggetti diabetici ha il tipo I, mentre il 40% ha il tipo II.
Cosa succede quando un’animale ha il diabete mellito?
Lo zucchero non viene rimosso dal sangue e continua ad accumularsi finché non “trabocca” insieme all’acqua attraverso i reni nell’urina con emissione di grandi quantità di urina (poliuria) e sete molto intensa (polidipsia) per compensare. Le cellule, non riuscendo ad utilizzare lo zucchero, vanno in carenza energetica e questo porta l’animale ad aumentare l’assunzione di cibo ma contemporaneamente dimagrisce proprio perchè sta letteralmente morendo di fame. Un po’ come se vi trovaste sommersi da scatolette di cibo (glucosio) ma senza apriscatole (insulina).
Anche se la patologia è presente in tutti gli animali e nell’uomo gli approcci terapeutici sono molto diversi, ma una volta compreso il meccanismo della malattia tutto diviene più semplice e sarà facile capire le indicazioni del Medico veterinario. Nel sito dell’ambulatorio troverete altri articoli di approfondimento sull’argomento. Nel prossimo articolo vedremo invece qualche aspetto legato ai reni.
Autore: dr. Giovanni Bucci