Nel mondo animale, l’organo deputato alla vista è l’occhio.
L’anatomia dell’occhio canino è molto simile a quella dell’uomo.
La luce entra nell’occhio attraverso la cornea che è lo strato sottilissimo e trasparente che riveste la parte anteriore. Proseguendo
nel cammino incontra uno spazio che contiene un liquido denso e trasparente (l’umor acqueo) e poi il cristallino, una vera e propria lente che devia la luce facendola convergere sulla retina. Il cristallino grazie alla sua elasticità ed a muscoli particolari consente di mettere a fuoco gli oggetti comportandosi come una vera e propria lente. La luce, infine, attraversa il corpo vitreo, sostanza trasparente simile all’umor acqueo e giunge alla retina, la membrana che trasforma gli impulsi luminosi in impulsi elettrici che vengono inviati alla corteccia cerebrale.
Quel foro che vediamo al centro dell’iride, la membrana colorata posta davanti al cristallino, si chiama pupilla. Quest’ultima, variando di diametro, regola la quantità di luce che entra nell’occhio, comportandosi come il diaframma di una macchina fotografica.
Se paragoniamo l’occhio del cane a quello dell’uomo, nell’occhio canino viene sacrificata un po’ la definizione dei dettagli a favore però di un miglior funzionamento in presenza di poca luce.
Proprio per questo la pupilla del cane è decisamente più grande di quella dell’uomo. Questo porta ad una maggior entrata di luce ma allo stesso tempo ad un accorciamento della distanza massima a cui gli oggetti vengono messi a fuoco.
Anche riguardo la visione dei colori la situazione è un po’ diversa. Gli antenati del cane erano animali che cacciavano prevalentemente all’alba e al tramonto. Il tipo di occhio necessario per una buona visione crepuscolare deve essere sensibile a basse intensità di luce senza reali necessità di distinguere bene i colori. I cani vedono molto bene tutte le frequenze del blu e del grigio e hanno una percezione dei colori molto simile a quella delle persone affette da daltonismo.
Il cane ha anche un altro sistema per ottimizzare la visione crepuscolare: si tratta del tapetum lucidum.
Tutti noi abbiamo visto almeno una volta gli occhi nei nostri cani quando di notte vengono colpiti dalla luce dei fari dell’auto o di una torcia: diventano gialli o verdi e sembrano riflettere la luce stessa.
Questo effetto è dato proprio dal tapetum, che agendo come uno specchio riflette la poca luce disponibile per formare un’immagine sulla retina. Questa maggiore luminosità ha però un costo. I fasci luminosi riflessi vengono da tutte le direzioni e di conseguenza l’immagine che si forma è poco dettagliata. E’ stato stimato che il cane abbia bisogno di meno di un quarto della luce necessaria all’uomo per vedere le cose di notte.
I cani Husky e in particolare quelli con gli occhi blu possono non avere il tapetum lucidum.
Questo è un “incidente” dovuto alla selezione.
Nelle regioni nordiche in cui queste razze sono state selezionate per lavorare, la neve presente per la maggior parte dell’anno, è responsabile di un fortissimo riverbero sia di giorno che di notte.
Questo probabilmente ha portato il tapetum lucido a non essere più un vantaggio selettivo ma addirittura, secondo certi studiosi, ad essere uno svantaggio perché la sua mancanza permetterebbe di vedere meglio e più facilmente i piccoli dettagli.
Ci sarebbero ancora molte cose da dire ma il nostro spazio finisce qui. Una curiosità: tutti i cani hanno i bulbi oculari delle stesse dimensioni. Questo è il motivo per cui i cani di razza piccola sembrano avere gli occhi molto grandi e sporgenti e quelli di razza grande, gli occhi molto piccoli e infossati.
Autore: dr. Giovanni Bucci